La Piana Rotaliana è un giardino vitato nel cuore della regione Trentino, luogo di produzione sì di vini ma anche di grappe, birre, sidro ed eccellenze gastronomiche, con una bella presenza di agriturismo e ristoranti fra vigneti e colline che ne fanno, grazie ad un percorso ad anello di circa 50 km., anche un’ottima meta di cicloturismo.
In un momento in cui, da un lato, una diffusa cultura del vino sembra voler proiettare solo esclusività per attirare clienti facoltosi, creando così un ambiente che allontana i giovani (e non solo) sia dal punto di vista etico sia materiale inteso come potere di spesa, e dall’altro prevale una narrazione tutta centrata sul tema dell’abuso del consumo di vino, che nasce spesso dallo stress eccessivo e dalla depressione, un appuntamento come quello di Vinifera diventa una voce fuori dal coro: l’intento è quello di riportare il concetto di vino alle origini, creando esperienze più inclusive ed accessibili, con una maggior “presenza” sul mercato degli entry level in un ambiente accogliente, dove tra l’altro proprio i vigneti possano essere considerati ottimi luoghi per la riduzione dello stress nocivo.

Senza accogliere, anzi evitare, quella certa mentalità da “maso chiuso”, da “piccolo mondo antico” di certe realtà vinicole, intrise di valori morali sempre migliori rispetto a quelli degli altri, in determinati territori ogni atto agricolo diventa sempre un atto di cura: i vignaioli sono prima di tutto agricoltori che vivono la loro terra ogni giorno, coltivando con coscienza e preservando la biodiversità, in situazioni non facili di alta montagna o in piccole isole con difficoltà logistiche. Non a caso tra i protagonisti di questo evento troviamo anche gruppi culturali e di cittadini, network di professionisti per un sistema alimentare buono e sostenibile, artisti del legno, case editrici indipendenti, ma anche associazioni che promuovono la diversità agricola contro l’erosione genetica causata dalle monocolture, come p.es. la Rete Semi Rurali.
Vinifera è dunque l’evento a Trento dedicato ai custodi dell’arco alpino, vignaioli e artigiani del gusto che operano su cime e pendii di questa imponente fascia montana. Oltre ai produttori dell’arco alpino italiano, dalla Valle d’Aosta al Friuli-Venezia Giulia, sono presenti anche piccoli produttori provenienti da Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, per un’esperienza ancora più completa nel mondo della viticoltura d’alta quota.


L’Associazione Centrifuga di Rovereto, nata nel 2017 e organizzatrice di Vinifera, opera da sei anni alla scoperta di produzioni artigianali nelle zone più periferiche del territorio, anche limitrofe il Trentino. I vignaioli selezionati sono accomunati dalla scelta di lavorare dedicando attenzione al territorio e ai suoi abitanti, con un quotidiano fatto di scelte consapevoli e amorevoli. Perché fare vino significa anche ascoltare la terra e restituirle ciò che ci dona.
L’evento 2025 ha ruotato intorno a tre temi : la viticoltura alpina, i vini PIWI e i vini dei territori delle isole minori, quest’anno ospiti d’eccezione come testimoni delle colture eroiche marine. Il primo gruppo PIWI è nato in Italia in Alto Adige e in Trentino nel 2014 a seguito dello scambio dati fra istituti di ricerca, grazie a Antonio Gottardi, socio della Cantina Lavis e segretario di PIWI Italia, costituitosi ufficialmente solo lo scorso anno. Attualmente i vitigni resistenti sono stati inseriti nella normativa vitivinicola in Champagne e a Bordeaux ma non ancora in Italia, dove giace in Senato un controverso disegno di legge per l’introduzione delle loro uve nei vini DOC e DOCG.
Ogni anno iI pubblico di Vinifera assegna ad un produttore il premio “La Picca d’Oro” che in questa edizione è andato a Slavček, che ha vinto una bella opera di Barriqade, un gruppo di artigiani designer che creano opere in legno in grado di creare percorsi sensoriali all’interno di spazi emozionali. Nelle precedenti edizioni, il premio del pubblico per il miglior vignaiolo presente ai banchi della Mostra Mercato è andato a Villa Persani (2018), Malga Ribelle (2019), Cantina El Zeremia (2021), Seppi Weingut (2022) e Reyter (2023).


Anche per quest’anno la mostra-mercato Vinifera ha scelto piccoli grandi produttori e ristoratori locali, caratterizzati da filiere corte, identità consapevoli, amore per la semplicità e ricerca del buono in un mix di conoscenze e di idee. Fra i produttori di formaggio locali, segnalo Caprapunk, produttore di formaggio e salumi di capra di razza Nera Verzasca, e Maso Pisoni, allevatore di razze Bruna Alpina e Rendena e casaro, mentre tra i panificatori, Fermenti del pasticcere Eros Vicentini.
Qui di seguito solo alcuni tra i migliori enoassaggi di Vini&Viaggi.it, in mero ordine alfabetico :
COMAI – Busat bianco e rosato
DE VESCOVI ULZBACH – Teroldego 2023 e Teroldego Vigilius 2021
EL ZEREMIA – Groppello del Revò IGT selez. El Zeremia
EUGENIO ROSI – Anisos Vallagarina IGT bianco 2021 e il Pojema Vallagarina IGT rosso
FORADORI – Morei IGT 2023
GASPARE BUSCEMI – Alture bianco 2009
IN DER EBEN – Gewurztraminer 2022 e il Rosé 2023
KLINGER – Trento Doc Masnen-Vignal 2020
LASTE ROSSE – Groppello di Revò metodo classico 48 mesi e il Solaris Piwi IGT 2024
Per le isole minori :
(Ustica) : HIBISCUS – Isola bianca 2023 e Zhabib 2023
(isola del Giglio) : CASTELLARI – Calzo della Vignia 2019


