Da quanto si discute ormai di sostenibilità, declinata su vari fronti?
E cosa si intende effettivamente oggi con questo termine, specie dopo la sottoscrizione ormai otto anni fa della ben nota Agenda2030 per lo Sviluppo Sostenibile?
Si parla da tempo di nuovi modelli per l’ambiente, la società, l’economia, ma sostenibilità ambientale significa fondamentalmente conservare il capitale naturale. E come? In sintesi riducendo.
Riducendo l’estrazione di sostanze naturali dalla terra, riducendo la produzione di composti chimici, riducendo il degrado fisico della natura e riducendo gli ostacoli che impediscono alle persone di soddisfare i loro bisogni fondamentali intesi come adeguate condizioni di lavoro, di salute, di relazione. E tutto ciò chiaramente superando il concetto classico di sostenibilità ambientale legata solo a riciclo, riuso e biodegradabilità a favore di una garanzia di conservazione della sopravvivenza degli ecosistemi.
La sostenibilità sociale viaggia invece sul principio dell’eliminazione delle ineguaglianze importanti, riguardando la capacità degli individui di collaborare al raggiungimento di obiettivi comuni, oltre quelli di salute e benessere individuali.
Ed infine la sostenibilità economica, cioè una crescita da attuare con le risorse economiche che si hanno a disposizione e cercando di realizzare un’equa distribuzione della ricchezza al fine di rendere possibile il mutamento della situazione generale dell’essere umano.
Fino ad una ventina di anni fa la nostra economia era di tipo lineare, con un enorme disponibilità di risorse. Ci siamo poi invece resi conto che queste non sono affatto infinite. Ed ecco sorgere un nuovo paradigma, quello dell’economia circolare, in cui si ripensano i modelli di produzione e di consumo per ridurre gli sprechi e riutilizzare i materiali all’interno dei cicli produttivi; ecco quindi il riuso e la rigenerazione di prodotti e componenti così da ridare nuova vita anche agli scarti, utilizzando al minimo l’energia necessaria per fare tutto ciò.
Ma perché mai dovrebbe convenire ad un’azienda impegnarsi in questo?
Perché si è visto che sia i consumatori sia i lavoratori e gli investitori apprezzano l’adozione di pratiche sostenibili, che aumentano la reputazione aziendale oltre a ridurre i costi generali di gestione.
Ridurre gli sprechi e la produzione dei rifiuti e prediligere le fonti di energia rinnovabile rappresentano i capisaldi del modello di sviluppo ecosostenibile. Una cosa che in natura, fra l’altro, esiste da sempre.
Oggi pensiamo quindi a prodotti di scarto che in un processo di produzione possano essere riutilizzati. Siamo certamente ancora lontani dalla diffusa creazione di completi cicli chiusi ma esistono già molti esempi virtuosi in grado di inserire sul mercato prodotti duraturi progettati in modo da riciclare quasi il 100% dei loro componenti.
Uno di questi risulta essere Amorim Cork, il colosso mondiale nella produzione del sughero.
Ho avuto modo di vivere la loro realtà, ma per ora non vi parlerò di tappi e della interessantissima filiera del sughero, quanto invece di ciò che ha più captato il mio interesse e la mia curiosità, la sostenibilità della sua filiera produttiva.
Fin dal 2006 il gruppo ha redatto un bilancio di sostenibilità, documento annuale che mette in luce i comportamenti aziendali positivi in ambito socio-ambientale. Solo in seguito, nel 2011, a Goteborg (Svezia) è stata adottata la Strategia dell’Unione Europea per lo Sviluppo Sostenibile, un piano a lungo termine per il coordinamento delle politiche per uno sviluppo sostenibile a livello economico, sociale e ambientale, codificato nella Agenda 2030. La filiale italiana ha iniziato a operare in questa direzione proprio dal 2011 con il progetto ETICO, che rappresenta oggi il circolo di ecosostenibilità e solidarietà più virtuoso d’Italia: si tratta del recupero dei tappi usati grazie al supporto di Onlus che li raccolgono e ricevono in cambio un contributo economico per realizzare i loro stessi progetti. E’un circolo virtuoso Natura-Natura: in pratica il riutilizzo degli scarti del sughero sono tramutati in granina utile nel mondo della bioedilizia, come in quello del design o dell’arredamento. La filosofia del progetto si fonda così su un concetto di sostenibilità a 360 gradi: ambientale per il ruolo strategico che il sughero riveste a tutela dell’ambiente; economica perché capace di finanziare progetti di solidarietà e beneficenza; sociale perché fornisce un valido supporto all’intera collettività. Con numerose collaborazioni attive, e sempre a monito contro gli sprechi, ETICO è appunto stato riconosciuto da Lega Ambiente come il circolo più virtuoso d’Italia.
Le realtà coinvolte sono enti, cooperative ed istituzioni ma in particolar modo Onlus che, con i loro operatori e volontari sparsi su tutto il territorio italiano, si impegnano in una raccolta capillare in oltre 6000 punti, operando un’accurata selezione circa la natura del tappo e avvisando Amorim del momento utile al ritiro presso il centro di macinatura. Ogni anno in Italia si gettano via mediamente 800 milioni di tappi in sughero, attualmente ne vengono così recuperati la metà. E dall’inizio del progetto ad oggi circa 400.000 euro, tra ricavi dalla vendita dei tappi e contributi spontanei di Amorim Cork Italia, sono stati devoluti alle Onlus coinvolte.
Inoltre, da ETICO è nata anche l’iniziativa Eticork che ha introdotto un riconoscimento per le aziende vitivinicole con atteggiamenti virtuosi, nelle loro attività quotidiane, a favore della comunità.
L’azienda sembra dimostrarsi dunque fonte di energia positiva non solo in termini numerici ma anche valoriali, offrendo inoltre un’attività di formazione attraverso lezioni condotte presso le richiedenti sedi universitarie italiane, per illustrare alle giovani generazioni come nasce un tappo di sughero e cosa significhi una gestione sostenibile a difesa dei principi ambientali e socio-economici.
Ma Etico non è l’unico loro progetto in campo.
La granina dei tappi usati viene trasformata in nuova materia prima utile anche per oggetti di design, presentati nella collezione SUBER: difatti il sughero è già da tempo nelle scelte di molti architetti e designer per le loro creazioni e Suber interpreta questa concezione nuova di economia circolare attraverso un progetto 100% made in Italy. Grazie alla collaborazione degli architetti Manuel Cason e Jari Franceschetti, in una prima collezione sono stati creati tavolini, sedute, differenti sistemi d’illuminazione a LED, portaombrelli e appendiabiti, mentre oggi, con l’architetto Marta Tosone, sono stati proposti anche colori e decori adatti ad abitazioni private.
Amorim Cork Italia ha così creato un suo modello di economia circolare a partire da un suo scarto. Fissati gli obiettivi da raggiungere e studiate le caratteristiche del sughero, prima e dopo la macinazione, sono stati sviluppati diversi concept. Sono nate delle idee che vogliono essere sostenibili per l’ambiente e il mercato e, al contempo, risultare utili e raffinate. La mostra permanente “SUG_HERO – Metaforme – Le mille vite di uno straordinario dono della natura, il sughero” lo testimonia.
L’impegno sul territorio resta centrale anche con il supporto ad iniziative come Terra Fertile, progetto legato alla sostenibilità alimentare che prevede, p.es. la fornitura al personale di frutta fresca locale e biologica con consegna diretta in azienda, oppure attraverso la collaborazione sistematica con la sezione territoriale dell’AIPD, l’Associazione Italiana Persone Down, e coi punti d’ascolto per donne vittime di violenza situati nei comuni di Vittorio Veneto e di Conegliano, sede produttiva della filiale italiana del gruppo.
Amorim Cork Italia si è anche dotata di uno strumento di management atto a creare una serie di innovative politiche di gestione delle risorse umane, orientando il focus sul benessere dei dipendenti e delle loro famiglie e sulla conciliazione vita-lavoro, oltre che sulla crescita aziendale, fino ad ottenere la certificazione Family Audit nel 2018. Infine, durante il periodo pandemico, ha costituito una Academy destinata ad erogare, sempre ai propri dipendenti, varie competenze utili ad ampliare i loro orizzonti culturali e individuali attraverso corsi di teatro, galateo moderno, public speaking e percorsi formativi di digital e green marketing, tutte concrete azioni di work-life balance operanti in direzione di quell’ormai indispensabile cambiamento culturale.