(D.DeMorgex ) – Dopo le giornate del G20 a Roma sui temi del cambiamento climatico e dell’ambiente, ci saremmo auspicati l’applicazione dell’obbligo di precise azioni pro-sostenibilità e non le solite dichiarazioni d’intento e di effimeri impegni dato che la responsabilità verso le prossime generazioni passa necessariamente attraverso pratiche di reale contenimento ed eliminazione delle cause delle attuali criticità ambientali e sociali. Ne consegue che l’azione concreta viene rimessa ancora una volta alle iniziative singole, nazionali o private.
Quasi in coincidenza di questo Summit mondiale, ha avuto luogo a Palermo un evento-testimonianza di ciò che i singoli territori possono invece essere in grado di sviluppare rivolgendo il pensiero al futuro dei propri figli.
Il Consorzio di Tutela vini DOC Sicilia e Assovini Sicilia hanno lavorato intensamente negli scorsi anni su un progetto di sostenibilità a salvaguardia del vitigno Sicilia sotto il marchio della Fondazione SOStain. Ed eccoci oggi al suo compimento: in una “due giorni” tenutasi nell’incantevole Hotel Villa Igiea, ex proprietà in stile liberty della famiglia Florio, i racconti dei protagonisti del progetto siciliano si sono intrecciati ad una serie di workshop sui vitigni autoctoni e a varie degustazioni mirate, il tutto destinato ad una selezionato pubblico di 70 giornalisti italiani e stranieri.
Presenti al talk di apertura, nella splendida ed appena restaurata sala Basile, il presidente del Consorzio Antonio Rallo; Laurent Bernard de La Gatinais, presidente di AssoviniSicilia; Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain; Nicola Francesca del Comitato scientifico di Fondazione SOStainSicilia; Benedetto Alessandro, enologo della Cantina Alessandro di Camporeale; Guido Robustelli, SouthEastEurope Sales Director della multinazionale americana O-I; Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di Unicredit.
Il Presidente del Consorzio di Tutela dei vini DOC Sicilia, Antonio Rallo, illustrando l’attuale situazione della Doc siciliana, ha parlato di 98 mila ettari di cui 30 mila allevati in biologico, rappresentanti il 22% delle aziende vinicole regionali. La Sicilia è infatti la prima regione per produzione vinicola in regime biologico, che nel 2020 è stata appunto di 9 milioni di bottiglie.
Aggiungendo altri 21.700 ettari allevati a coltura integrata (e superando così nel totale il 50% dell’intera produzione della regione), si può comprendere quanto la Sicilia, grazie anche a condizioni climatiche decisamente favorevoli, sia da ritenersi già sostenibile per vocazione.
Ma cos’è poi questa sostenibilità ormai sulla bocca di tutti ?
Si tratta di un principio di giustizia tra generazioni, finora assai poco applicato, che consiste nel creare sviluppo sulla base di valori economici condivisi tenendo presente tutti i portatori d’interesse. Le imprese si stanno rendendo conto dei rischi reputazionali che comporta il non perseguire una politica ambientale rispettosa e lungimirante, oltre al fatto che i rischi ambientali si trasformano poi spesso in rischi economici per l’impresa stessa. Si potrebbe dunque parlare anche di finanza sostenibile in una concezione di sviluppo sostenibile globale che consideri strettamente interconnessi l’economia, l’ambiente ed il sociale.
La Fondazione SOStain ha raggruppato finora 24 aziende vinicole, aderenti ad un programma per la certificazione della sostenibilità per la viticoltura e l’enologia siciliana dotato di 10 stringenti requisiti da rispettare per poter ottenere la certificazione, in una realtà animata dalla volontà di stimolare la crescita di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli.
Si tratta di un radicale cambio di mentalità.
Il suo presidente, Alberto Tasca, ha auspicato un nuovo umanesimo ecologico che ponga al primo posto il dovere di essere responsabili attraverso la costruzione di un metodo di sostenibilità sì generale, ma sempre nel rispetto delle specificità di ogni singolo territorio, prevedendo quindi che nel cluster Sicilia coesistano ulteriori sottoclassi.
Il marchio SOStain si prefigge di indirizzare la ricerca attraverso una commissione tecnico-scientifica, costituendo anche una società di servizi chiamata SiciliaSOStain per la formazione, l’assistenza tecnica ed il controllo del protocollo previsto dal disciplinare della Fondazione, processo che sarà certificato da un ente esterno ed indipendente riconosciuto da Accredia.
Sostain sarà inoltre all’insegna della multidisciplinarietà: la ricerca sarà orientata alle problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti, alla formazione della managerialità, alla costituzione di una banca dati e alla sua digitalizzazione – fondamentale per la comunicazione di una Sicilia sostenibile – ma anche al problema delle fonti rinnovabili e alle questioni degli imballaggi, dell’inerbimento e del fabbisogno dell’acqua.
Si prevede anche la produzione di una bottiglia siciliana, del peso massimo di 550 grammi, prodotta con il vetro riciclato nell’Isola, in una sorta di economia circolare al fine di ridurre il carbon footprint.
“Non esiste una contraddizione tra antropocentrismo ed egocentrismo perché la difesa dei diritti della natura coincide con quella della vita dell’uomo “. (A.Tasca)