Si rinnova l’appuntamento con Amarone Opera Prima, evento annuale del Consorzio Tutela Vini Valpolicella a Verona, che quest’anno celebra l’uscita sul mercato dell’annata 2018 del rinomato vino rosso del Veronese e lo fa annunciando la presentazione del dossier di candidatura della tecnica di messa a riposo (appassimento) delle uve della Valpolicella a patrimonio immateriale dell’Unesco, una pratica che conferisce unicità ai vini Amarone e Recioto.
Un Comitato scientifico – composto da enologi, giuristi e antropologi e coordinato dal prof. Pier Luigi Petrillo, direttore della cattedra Unesco sui Patrimoni culturali immateriali dell’Università Unitelma-Sapienza di Roma – ha redatto un documento che raccoglie documenti e materiale fotografico anche storico, oltre a studi ed analisi sulla questione, a testimonianza di un “saper fare” che da oltre 1500 anni identifica la comunità rurale della Valpolicella.
Nel documento di candidatura si legge che l’unicità dell’Amarone e del Recioto garantisce una “funzione educativa, ambientale, di riscatto sociale e di inclusione” e “una funzione enologica”, perché “senza questa tecnica i vini del territorio non esisterebbero”, concetto rafforzato dall’oggettiva estensione territoriale della pratica dell’appassimento da parte di ben “8.000 persone” nei 19 comuni della denominazione presenti nella provincia di Verona. Tale documento sarà trasmesso ai Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura e alla Commissione nazionale per l’Unesco, l’organismo interministeriale cui spetta il compito di scegliere, entro il 30 marzo, la candidatura italiana da inviare a Parigi per la valutazione.
“Il traguardo di oggi è il risultato di un grande lavoro di squadra – ha commentato il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini – che ha messo a fattor comune la valorizzazione della Valpolicella e la sua vocazione all’eccellenza. Un’ unità di intenti e di visione che ha riscontrato l’appoggio anche delle istituzioni”. “Non dimentichiamo, infatti, che la denominazione genera un fatturato di circa 600 milioni di euro l’anno, di cui oltre la metà riferibili all’Amarone”.
Difatti le vendite di Amarone nel mondo crescono: il 2022 registra una flessione in volumi del 7,2% mentre aumenta del 4% (a 360 milioni) il valore del venduto franco cantina. La domanda interna è pari al 40% delle vendite con un +1,5% a volume e un +7,4% a valore. L’export registra un calo del 13% ma in termini di ricavi si assiste ad un +1,8%. Gli USA si posizionano al primo posto nel mercato, superando Canada e Svizzera.
Sul mercato interno il fatturato della ristorazione nei primi 9 mesi del 2022 ha registrato una crescita tendenziale del 47%, a tutto vantaggio degli ordini di vino. E in merito al posizionamento dei vini della Valpolicella presso il consumatore italiano è del 29% la quota di italiani – in prevalenza maschi, millennial, dirigenti/imprenditori – che ha bevuto Amarone fuori casa con una spesa media dichiarata di circa 40 euro.
È quanto rivela l’indagine realizzata per il Consorzio Tutela vini Valpolicella da Nomisma Wine Monitor e diffusa proprio sabato durante l’evento.
Secondo Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma, “la crescita dell’Amarone sul mercato nazionale è legata soprattutto al recupero dei consumi fuori casa e in particolare presso la ristorazione che ha potuto beneficiare del ritorno dei turisti stranieri, aumentati nei primi dieci mesi del 2022 di oltre il 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
E il Presidente del Consorzio Christian Marchesini conferma: “Il sistema Valpolicella, Amarone in primis, non può prescindere dalla ristorazione, che era e rimane il canale privilegiato dei nostri vini. Per questo, dopo anni di forti limitazioni siamo contenti di essere tornati a lavorare a pieno regime con chi ha contribuito in maniera determinante alla crescita del nostro territorio”.
Le aziende partecipanti sono state 64 e attraverso le varie degustazioni ho potuto constatare la volontà e i notevoli sforzi intrapresi per riuscire a realizzare un Amarone “moderno” che, pur mantenendo le antiche tecniche di vinificazione, puntasse ad un gusto più “leggiadro”, con occhio maggiormente attento alla freschezza e alla bevibilità del prodotto. Le nuove generazioni di produttori sono risultate essere decisamente sensibili verso questi aspetti e ciò non può che giovare al prodotto finale. L’Amarone è un vino storicamente caratterizzato dagli estratti molto alti e dai residui zuccherini importanti dovuti proprio alla tecnica dell’appassimento, parametri risultati tutti abbastanza elevati nella degustazione di alcune Riserve storiche proposte dal Consorzio, condotta da JC Viens , Italian Wine Ambassador e WSET Educator, e Enrico Nicolis, enologo e winemaker in Valpolicella.
Giova ricordare che nella produzione di questa denominazione si giunge ad una disidratazione delle uve che va dal 35 al 50%, durante la quale è fondamentale tenere sotto stretto controllo la temperatura e il grado di umidità, che influisce sullo sviluppo o meno della muffa nobile, nonché la durata temporale della messa a riposo. Per un risultato ottimale l’appassimento deve verificarsi molto lentamente: a differenza p.es. dell’isola di Pantelleria dove bastano poche settimane, qui si parla di un appassimento di 3-4 mesi, anche se ultimamente, a causa del mutamento climatico, questo si è ridotto anche a 2 mesi al fine di ottenere un prodotto finale di maggiore bevibilità.
In degustazione il grado di alcolicità dei campioni è oscillato dai 15,5 gradi del BENNATI Riserva Cerasum 2013 e del GERARDO CESARI Bosan Riserva 2013 ai 17,5 gradi del NOVAIA Le Balze Riserva 2015. Il MONTEZOVO Riserva 2011 si è distinto per freschezza, nonché eleganza e piacevolezza di beva, aspetto per me fondamentale. Parliamo di un vino da uvaggio classico (Corvina al 70% , Corvinone e Rondinella), uve provenienti da vigneti di decisa altitudine per il territorio (circa 500 metri s.l.m.), con un estratto finale del 35 gr./l e un residuo zuccherino di 9 gr./l. Un vino dall’olfattiva complessa, in cui spiccava il fungo, il fumé, con sentori di selvatico, mentre il sorso risultava elegante, ampio, lungo e anche speziato.
Di seguito propongo invece alcuni tra i migliori assaggi presso gli stands dei produttori.