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Confesso che non amo scrivere di getto su un luogo, un evento enologico, una persona tranne che qualche battuta. Non amo in genere il sovrapporsi concitato di report, racconti e giudizi che si verifica nell’immediato e in contemporanea perchè nel vortice continuo la percezione del lettore scade ed i contenuti più validi della  comunicazione di solito si perdono. Ripercorrere le sensazioni e le emozioni vissute nelle piccole scoperte, negli incontri vecchi e nuovi, nelle tante situazioni inaspettate vissute ti regala invece un’ottica differente delle cose. E così oggi mi trovo a ripensare ancor meglio ad una terra che da sempre mi accompagna, nel bene e nel male, e ad un luogo particolare come l’Etna così ricco di energia non solo nella natura ma anche nella sua gente.

L’orgoglio delle origini traspare attraverso le conversazioni, un orgoglio non spavaldo e sfacciato ma discreto ed antico, condito di accoglienza, cordialità e rispetto. A volte, il distacco apparente dei suoi abitanti può all’inizio destabilizzare ma è solo contenimento di un temperamento sicuro, saldo nelle sue certezze ed intrigante nelle sue espressioni.

Appare quindi chiaro quanto Andrea Franchetti, uomo brillante ed eclettico, precursore dei tempi in luoghi così saldamente fedeli a loro stessi, possa essere rimasto affascinato dalla Muntagna e da certe sue note scure e a tratti  inquietanti, che possiamo ritrovare anche nell’onnipresente suolo di lapilli sbriciolati ricco di natura selvatica e scorbutica o nei suoi intensi tramonti, così come nel suo tipico vitigno il Nerello Mascalese.

Perchè l’Etna è Sicilia, ma è un’altra cosa.

Ed è proprio qui che egli ha deciso di intraprendere un’avventura unica, coinvolgendo i viticoltori locali e cercando di creare una rete di solidarietà e scambio capace di far rinascere un territorio vitato che negli anni ‘80 versava in condizioni di vero abbandono. D’altronde a quei tempi troppi fattori remavano contro: i coltivatori anziani non erano stati rimpiazzati dalla nuova generazione e le vigne non avevano estensioni utili, specie sul versante nord,  al ricavo di adeguati profitti per il loro mantenimento. Ecco, proprio la variabile manutenzione è stata una delle determinanti il declino della locale viticoltura: trattandosi di vigneti a terrazze e in notevole pendenza, occorreva manodopera specializzata e costosa che operasse tutto a mano. In questa contingenza Franchetti si è inserito nel 2000 iniziando con l’acquisto ed il restauro di un baglio con cantina sul versante nord in località Passopisciaro, a Castiglione di Sicilia, e ideando ad un certo punto la manifestazione Le Contrade dell’Etna, con l’intento di coinvolgere tutti i proprietari vitivinicoli di zona. 

Oggi questi vigneti hanno raggiunto quotazioni che arrivano ai 100.000 euro per ettaro, assolutamente inimmaginabili sino a pochi anni fa, una straordinaria valorizzazione immobiliare verificatasi anche grazie alla lungimiranza del produttore romano.  Attualmente la produzione di vino Etna Doc è ormai ripartita alla grande con  valori che hanno decisamente superato  quelli prepandemia, con un deciso incremento del consumo dei bianchi (da vitigno Carricante) che rappresentano già la nuova punta di diamante della viticoltura vulcanica. 

Questi ed altri sono i dati emersi durante la presentazione della XIII edizione di Contrade dell’Etna, condotta dal giornalista Fabrizio Carrera, che si è tenuta presso il Pìcciolo Etna Golf Resort di Castiglione di Sicilia (CT) agli inizi di aprile e che ha visto il coinvolgimento di ben 90 cantine del territorio e la partecipazione di oltre 50 giornalisti italiani e stranieri, nonchè l’intervento di diverse personalità del mondo vinicolo e politico locale, registrando anche il sold out da parte del pubblico enoico. Si parla di 7000 visitatori in tre giorni.

Nel corso dell’iniziativa la figura di Andrea Franchetti è stata ricordata nelle parole appassionate di due fra i suoi più cari amici Vincenzo Lo Mauro, AD della Passopisciaro e Vini Franchetti srl, e di Alberto Graci dell’omonima azienda.  Il Presidente del Consorzio Etna Doc, Francesco Cambria, ha dichiarato: “Abbiamo aderito con entusiasmo alla manifestazione perché ci mette tutti insieme e perché Contrade dell’Etna rappresenta una pietra miliare che fa tanto per un territorio capace di raggiungere già nel 2021 un imbottigliamento superiore al 2019, cioè pre-pandemia. A testimoniare che qui la voglia di fare, con 34 mila ettolitri prodotti nel 2021 –  3mila in più rispetto al 2019 –  ha superato la paura ed il fermo del canale Horeca”.

Anche il sindaco di Castiglione di Sicilia, Antonio Camarda,  nel suo intervento ha riconosciuto l’opera meritoria di Franchetti nella rivalsa dei vini dell’Etna e nella rinascita del suo comparto vitinicolo.

Nella  conferenza dal titolo “L’Etna, il vino: un grande mosaico” il Prof. Attilio Scienza, ospite d’eccezione, ha ripercorso la storia del territorio e dei suoi vitigni autoctoni, oltre ad esprimere la sua opinione in merito alla distinzione del vulcano in macroaree piuttosto che in Contrade. Infine, a seguire, si sono svolte quattro belle masterclass sui vini etnei, divise per vini rosati, bianchi e rossi (annate 2019 e 2017) a cura di Federico Latteri di Cronache di Gusto.it. A mio parere i rosati stanno decollando con punte di eccezionale eleganza, ma avremo modo di riparlarne in modalità dedicata.

In una successiva giornata il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha ricordato l’esistenza di un piano di recupero e sostegno nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2022 (n.d.R. il 4.4.d: Sostegno a investimenti non produttivi connessi all’adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali – Investimenti non produttivi finalizzati al contenimento dei fenomeni di erosione, di dissesto idrogeologico e recupero del paesaggio tradizionale) rivolto alle aziende con palmento o con vigneti che si trovino in determinati contesti paesaggistici come appunto  l’Etna.

Sempre nel corso dell’evento è stato inoltre annunciato un lodevole progetto, l’istituzione di una borsa di studio intitolata ad Andrea Franchetti, portato avanti dalla sua famiglia e dalla Crew di Massimo Nicotra e Raffaella Schirò, la società che per la prima volta quest’anno ha organizzato la manifestazione proprio su incarico del produttore recentemente scomparso.  Frutto di un accordo di collaborazione sottoscritto con l’Università di Catania, in particolare con il corso di laurea in Scienze e Tecnologie alimentari, la borsa di studio premierà i migliori progetti di ricerca in ambito universitario destinati al territorio ed in particolare al mondo produttivo del vino dell’Etna.

L’obiettivo – hanno dichiarato i promotori dell’iniziativa – è quello di avvicinare il mondo della ricerca accademica al territorio. Andrea Franchetti ha acceso una torcia che noi vogliamo idealmente portare avanti come testimone, insieme a tutti i produttori che in questi giorni hanno partecipato con entusiasmo e ad un pubblico che ha manifestato un interesse non intaccato dai due anni di blocco a causa della pandemia. Ci è sembrato il miglior modo per onorare la sua memoria”.

La conclusione dell’intera manifestazione si è poi tenuta, per parte della stampa intervenuta e tantissimi amici , presso l’azienda  Passopisciaro con anche la presenza di uno dei figli di Andrea, Benjamin Franchetti, che si dedicherà al futuro delle aziende vinicole di famiglia.

azienda Passopisciaro