A volte si parla ancora del territorio abruzzese al plurale.
In effetti anticamente erano “gli Abruzzi”, un insieme di zone distinte per biodiversità e precise differenze climatiche, orografiche e anche culturali. E Primo Levi definendolo nel 1882 “forte e gentile” ci donò una perfetta immagine di sintesi.
Ma l’Abruzzo è mare o montagna?
Entrambe le cose e non solo. E’ dominato dal massiccio del Gran Sasso – con le stupende aree protette del Parco Nazionale ed i suoi quasi 3000 metri d’altitudine -, ma si affaccia anche sul mar Adriatico con lunghe coste sabbiose, e tutto questo dopo aver degradato in un territorio collinoso, a volte verdeggiante e ricco di corsi d acqua e a volte brullo, luogo di transumanza del bestiame che ci fa soffermare su quanto qui siano intrecciate fra loro le variabili naturali, umane e temporali.
E poi abbiamo l’Abruzzo delle pergole, quelle del vitigno Montepulciano d’Abruzzo che qui regala un vino definito di montagna per la sua pienezza e spigolosità: in effetti a volte prevale la sua natura selvatica che diventa però motivo d’orgoglio per quei viticoltori che riescano a gestirla.
Allevate in quasi tutto il centro Italia, è in Abruzzo che queste uve ritrovano la loro terra natìa, con testimonianze documentali della loro presenza che risalgono alla metà dell‘800. Ed è proprio nella zona del Teramano che nasce, nel 2003, la prima denominazione abruzzese di origine controllata e garantita, insieme al Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane.
Stiamo parlando di un’area di produzione di 172 ettari vitati e di una produzione di circa 400.000 bottiglie, di cui il 60% destinato al consumo nazionale.
Un preciso evento ha definito e distinto la produzione vinicola del Teramano da quella del resto dell’Abruzzo: a seguito della fine della mezzadria negli anni ‘50 ed il conseguente affermarsi della gestione diretta dei fondi da parte degli agricoltori, nella parte meridionale della regione si consolidarono realtà cooperativistiche proprio mentre nelle colline teramane sorgevano invece aziende private con commercializzazione diretta dei propri vini.
Da qui la richiesta di riconoscimento come sottozona nel 1995 e poi quella della DOCG nel 2003. Dunque un’intraprendenza imprenditoriale che ha fatto la differenza, forse anche a causa di una mentalità figlia di un’esperienza di commerci già presenti in questa antica zona di confine.
Aggiungiamo anche la fortuna di una posizione particolarmente favorevole per ventilazione ed escursione termica, oltre che dal punto di vista idrografico per la presenza di 4 fiumi (Vomano, Tordino, Salinello e Vibrata) che garantiscono una bella riserva idrica in questi difficili tempi di eccessivo riscaldamento globale.
Il territorio delle Colline Teramane è in fondo una zona ancora da scoprire per i più e la conoscenza di tutte queste caratteristiche storico-geografiche non può che agevolarne la comprensione, anche in prospettiva.
L’esperienza d’incontro con il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane, avvenuta il 2 marzo a Teramo, ha permesso alla stampa di settore di poter degustare in anteprima le prossime uscite sul mercato – scelte in autonomia da ogni produttore – sia della DOCG Colline Teramane anche di vecchie annate, sia delle altre due denominazioni tutelate dal Consorzio, Controguerra Doc e Colli Aprutini IGT. E ciò in attesa che nel disciplinare venga inserita anche una terza tipologia con minimo due anni di affinamento, la DOCG Superiore, come annunciato dal Presidente Enrico Cerulli Irelli.
I miei migliori assaggi della DOCG in sede di degustazione ufficiale, fra anteprime e masterclass ?
Fra i vini più giovani : BARBA Young 2020 – MONTI MKP 2019 – FOSSO CORNO Orsus 2019.
E nonostante le mie maggiori aspettative nei confronti delle annate più vecchie, penalizzate da una decisa presenza del legno ed un’eccessiva concentrazione, sento di evidenziare alcune riserve :
STRAPPELLI Colletrà 2017 Riserva
PODERE COLLE SAN MASSIMO Terra Bruna 2017 Riserva
FOSSO CORNO Orsus 2017 Riserva
LEPORE Luigi Lepore 2016 Riserva
SAN LORENZO Escol 2016 Riserva
MONTORI Fonte Cupa 2016 Riserva
CERULLI SPINOZZI Torre Migliori 2015 Riserva
ILLUMINATI Zanna 2007 Riserva
CERULLI SPINOZZI Torre Migliori 2005 Riserva
MONTI Pignotto 2005 Riserva
L’Abruzzo non è però solo la casa del Montepulciano, ma di molti altri vitigni tra cui il Pecorino. L’origine del nome della sua uva, ricordata anche come “uva delle pecore”, sembra derivare dallo stretto rapporto esistente tra pastorizia e agricoltura: infatti condivide il nome con l’omonimo formaggio proprio per la presenza di tale vitigno nelle zone di transumanza dei pastori. La caratteristica di raggiungere la maturazione in anticipo rispetto alle altre varietà regionali rendeva le sue uve molto gradite agli animali, che i pastori a stento riuscivano a trattenere.
Vitigno caratteristico di zone montane o collinari pedemontane, il Pecorino possiede una buona dotazione alcolica ed un’importante componente acida, note determinati per la longevità. Guido Cocci Grifoni, figura storica del Piceno, per primo credette in questo vitigno, nato montanaro e resistente alle basse temperature, eche quindi ben si adatta alle escursioni termiche del Teramano.
Tra i Pecorino proposti in degustazione dal Consorzio, un deciso riconoscimento va a MONTI Vir 2020 Pecorino Controguerra DOC, a FARAONE Pecorino 2020 Colli Aprutini IGT, ad AUSONIA Machaon 2019 Pecorino Colli Aprutini IGT, ad ABBAZIA DI PROPEZZANO Pec 2015 Pecorino Colli Aprutini IGT (con tappo stelvin, finalmente!) e ad EMIDIO PEPE Pecorino 2013 Colli Aprutini IGT (straordinario e sorprendente – per freschezza – Pecorino di quasi dieci anni…!).
Ecco, un appello. Quello di non stravolgere mai questo vino rendendolo troppo profumato e facilmente seduttivo.
Per il Consorzio invece una nota a margine: ci sono tanto mancati i produttori in sede di degustazione generale e nelle serate, luoghi ideali di confronto e delucidazioni. Personalmente ho in parte recuperato attraverso le visite in azienda a due belle realtà, una decisamente storica, l’altra aperta a giovani fermenti innovativi: le aziende Monti e Strappelli. Ne riparleremo.