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La produzione vitivinicola italiana 2023 si assesta tra i 38 e i 40 milioni di ettolitri. 

È quanto emerge dalla revisione delle stime annunciata a settembre dall’Osservatorio AssoenologiIsmea e Unione italiana vini (UIV), che ha registrato un’ulteriore diminuzione rispetto ai valori della vendemmia 2022. Si prevede quindi che la contrazione si attesti tra il -20% e -24% – al netto di eventuali altri prodotti quali mosti, vini nuovi in fermentazione, ecc. acquistati da altri Paesi UE – rispetto al -12% preventivato a settembre.

Il calo produttivo italiano è stato determinato in particolare dalla riduzione del raccolto nelle principali regioni produttive del Nord, Veneto (-10%) e Piemonte (-17%), ma ancor più in Toscana (-30%), Puglia (-30%), Abruzzo (-60%) e Sicilia (-45%). In particolare, si rileva una riduzione media complessiva attorno al -9,5% al Nord, -29,5% al Centro, e -38,2% al Sud. I dati definitivi saranno comunque resi noti il prossimo anno dagli uffici competenti del Masaf.

Sempre secondo l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e UIV, l’ulteriore diminuzione sembra primariamente imputarsi ad un’estate che si è prolungata con sole e temperature massime spesso oltre i 30 gradi nel mese di settembre. Se da un lato il caldo e la mancanza di piogge  hanno sicuramente influito positivamente sulla qualità delle uve, dall’altro tali fenomeni atmosferici hanno determinato una riduzione volumica del raccolto.