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di Silvia Zannetti –

Giunta alla sua quinta edizione, ”Vino e Arte che passione” mantiene l’intento di voler  valorizzare le eccellenze del vino e dell’arte riunendole in un ambiente unico di grazia e bellezza pittoriche e architettoniche nel cuore di Roma.

Dopo le ultime due straordinarie edizioni con boom di presenze ospitate sul colle del Quirinale, all’interno del Casino dell’Aurora Pallavicini di Palazzo Pallavicini Rospigliosi, nel 2021 la scelta della Galleria del Cembalo a Palazzo Borghese a detta degli organizzatori Ciro Formisano e Antonio Pocchiari (CT Consultings Events) “non è affatto casuale, giacchè il celebre archeologo e storico Giuseppe Antonio Guattani la considerò, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, una delle quattro meraviglie di Roma”.

Circa cinquanta le aziende presenti, ambasciatrici del proprio territorio spaziando da nord a sud dello stivale, ma sempre all’insegna della qualità. Storie di famiglie e territori che si intrecciano indissolubilmente nelle identità dei vini e si traducono in un universo esperienziale tutto da condividere.

All’ingresso della manifestazione, danno il benvenuto al visitatore le aziende spumantistiche della Trento DOC : vini a base Chardonnay, uno dei vitigni più coltivati in Trentino, ma anche Pinot Noir e, in minor misura, Pinot Bianco e Pinot Meunier nelle versioni brut, millesimato o riserva, bianchi e rosè. Tra gli assaggi preferiti troviamo tre Pas Dosé, e cioè Cantine Monfort riserva 2012 , 60 mesi sui lieviti , 80% chardonnay , 20% pinot noir; Zeni  Vignaioli , Maso Nero riserva 2013, 58 mesi  sui  lieviti, pinot bianco 100% e    Cantina Endrizzi Elio & Fratelli, millesimato 2017, 75% chardonnay, 25% pinot noir.

Tra i vari banchi di assaggio dei fermi la nostra attenzione si è soffermata su realtà vitivinicole come Castelli del Grevepesa, che negli anni Sessanta ha riunito sotto questo nome diversi viticoltori nella zona del Chianti Classico con l’obiettivo di valorizzare e tutelare questo territorio e il suo vitigno principe: il Sangioves: Maggese col suo Rosato della Costa Toscana Igt 2020 dai piccoli frutti rossi e un’intensa freschezza al palato e Il Castello di Bibbione Gran Selezione Chianti Classico Docg 2016, avvolgente e morbido.

Azienda Tenute Sella è un nome-simbolo del Lessona e della sua storia, in Alto Piemonte. Omaggio a Quintino Sella, ministro delle finanze del neonato Regno d’Italia che offrì il suo Lessona quale vino da brindisi per l’unità del Paese, è il vino di punta dell’azienda realizzato solo nelle annate migliori: in degustazione il Lessona DOCG 2011 San Sebastiano allo Zoppo, storico vigneto acquistato dalla famiglia Sella nel 1671 ma coltivato a vite fin dal 1436. Al naso floreale, minerale, speziato, di cuoio e di humus; in bocca equilibrato, morbido e decisamente persistente.

Tenuta Tieffenbrunner, una delle più antiche aziende vinicole dell’Alto Adige, produce vino proveniente dai 25 ettari di proprietà e dai 45 dei suoi conferitori. Si tratta di vigneti nel cuore della Bassa Atesina dove è la natura a battere tempi e ritmi e dove in ogni terreno si coltiva la varietà giusta per la migliore espressione delle sue potenzialità. Lo stile dei vini è essenziale ed elegante da generazioni, mente l’obiettivo è quello di dare rilievo alle caratteristiche che la natura conferisce alle uve. Gewurztraminer, Chardonnay, Sauvignon e Pinot Noir 2019 in degustazione,  selezione Turmhof.

Sei le Masterclass con focus su alcuni protagonisti del panorama enologico italiano. Per il Lazio Paolo e Noemia d’Amico e Tenuta di Fiorano;  per la  Toscana Col d’Orcia e Castello del Terriccio, mentre spicca per l’Umbria Pomario e in Sicilia Barone di Serramarrocco.

Proprio questo a Trapani è uno Château tutto italiano del Mediterraneo, con cru di microparcelle di vigne monoclonali e rese bassissime e dove varietà internazionali si alternano a quelle locali, su terreni di media collina.  Vigna delle Quojane IGT 2020, dove viene allevato il Moscato di Alessandria (Zibibbo) in degustazione nella versione vinificato secco, si distingue per la complessità di aromi di agrumi e miele e per una beva particolare grazie a caratteri di intensa balsamicità. Sammarcello Igt 2018 Perricone (Pignatello) in purezza è il biglietto da visita dell’azienda. Di grande impatto anche il Serramarrocco Igt 2015, 85% Cabernet Sauvignon e 15% Cabernet Franc, con la sua frutta matura, speziature e sentori di tostatura di caffè che ritroviamo anche nel sorso,  fresco, lungo ed unico.

Castello del Terriccio, un microcosmo del territorio toscano di Pisa (1500 ettari di cui 65 vitati, 40 ad oliveto, 200 per l’allevamento delle mucche limousine, 400 dedicati a cereali e diverse colture e 800 boschivi) rappresenta una biodiversità che ritroviamo nel carattere e nei sentori dei suoi vini: Tassinaia Igt 2017 , blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, deve il suo nome ai sassi che caratterizzano il terreno e si propone come  un vino elegante , di una freschezza immediata, piacevolmente balsamico. Castello del Terriccio Igt 2016,  Syrah e Petit Verdot, vive la complicità tra maturazione fenolica e potenza di estratto, genziana, ruta, tostatura di caffè e frutta matura, tannini setosi e morbidi. Lupicaia Igt 2016 un Cabernet Sauvignon con un saldo di Petit Verdot, prende il nome dalla zona più vocata dell’azienda in cui scorre un torrente dove in passato venivano avvistati i lupi. Circondato dagli eucalipti, ne ritroviamo i sentori nel calice, insieme a salvia, timo, arancia candita, tostatura di caffè. Un vino dal gusto elegante e di grande longevità.

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Chiudo chiedendomi se riusciranno poi gli organizzatori a realizzare nell’edizione 2022 quel loro progetto di espansione, diventare uno spettacolo itinerante di cultura di vino ed arte attraverso la nostra Penisola… Auguri di cuore.