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-Sostenibilità, giovani ed enoturismo al centro della rivoluzione internazionale dei consumi di vino.
-Presentata un’indagine di Nomisma Wine Monitor sui consumatori del futuro e su nuovi opportunità e mercati per il settore vitivinicolo. 
-Le nuove generazioni premiano i vini sostenibili, autentici e biologici, amano viaggiare, visitare le cantine, prediligono un packaging leggero e innovazioni di prodotto come le edizioni limitate.
-Switch dei consumi, cambia la geografia: contrazione dei consumi in Europa, in controtendenza Stati Uniti, Asia e Australia.

In sintesi è quanto emerso oggi al III° Forum Mondiale delle Donne del Vino, organizzato a Roma dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, l’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi 1200 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste.

Riunite a Palazzo Grazioli anche le portavoce di dodici associazioni di esperte, produttrici e professioniste del vino provenienti da tutto il mondo che, insieme alle italiane, dal 2019 hanno costituito un network internazionale e siglato un patto internazionale di collaborazione.

La giornata di dialogo si è dunque rivelata importante occasione per analizzare le tendenze di consumo globali, condividere strategie volte ad affrontare le sfide e le opportunità del settore vitivinicolo internazionale, nonché esplorare i mutamenti degli stili di vita, le nuove aspettative dei consumatori e il ruolo crescente delle donne come protagoniste di questo cambiamento. 

 «Il Forum Mondiale delle Donne del Vino -ha dichiarato Daniela Mastroberardino, presidente nazionale delle Donne del Vino – è stata un’occasione straordinaria per confrontarci con chi fa il nostro lavoro nel mondo. Raccolgo e porto avanti l’eredità di Donatella Cinelli Colombini, che ha avviato il dialogo tra le donne del vino a livello internazionale. Abbiamo capito che i tanti cambiamenti che stiamo vivendo, vanno ben oltre l’economia, ma sono legati a delle trasformazioni epocali. Pur da prospettive differenti, il Vecchio e il Nuovo Mondo si ritrovano su tanti temi comuni. Oggi più che mai, costruire una rete solida e collaborativa a livello internazionale è fondamentale per affrontare le nuove sfide e per cogliere nuove opportunità. E in quest’ottica, siamo entusiaste di annunciare un evento unico: una grande degustazione internazionale dei vini delle Donne del Vino del mondo, che si terrà nel 2025. Sarà un’occasione per far conoscere l’eccellenza dei nostri vini, raccontare le nostre storie e rafforzare i legami che ci uniscono. Il futuro del vino si scrive insieme, e noi siamo pronte a farlo».

Il Forum ha inoltre visto la partecipazione online di rappresentanti delle associazioni femminili del vino di diversi Paesi. Con la moderazione della delegata del Lazio Manuela Zennaro, hanno partecipato:
Argentina: Cristina Pandolfi – A.MU.V.A: «In Argentina il potere d’acquisto delle famiglie oggi è minore e quindi ne hanno risentito anche i consumi di vino. Negli anni 70 gli argentini consumavano 91,8 litri pro capite; nel 2022 18 litri. I nuovi consumatori sono curiosi e chiedono libertà, freschezza, packaging più leggeri e sostenibilità».
Australia: Jane Thomson – Fabulous Ladies’ Wine Society: «I giovani cercano i Premium beverage tra i 15 e i 30 dollari. Vogliono sostenibilità e bevono il vino in occasioni sociali».
Austria: Heidi Schrock – 11 Frauen und ihre Weine: «Nel 2023, abbiamo fatto un sondaggio tra le donne e le notizie sono buone: il 91% conosce i vini austriaci. Le under 30 (83%) bevono vini austriaci. Le donne preferiscono il vino, gli uomini la birra. Crediamo e scommettiamo molto sull’enoturismo». 
Canada: Susana Ochoa Vega – Canadian Women’s Wine Association: «In Québec la popolazione è più anziana e chiede sempre consiglio su tutto; comprare una casa o un vino, ha sempre bisogno di certezze. I giovani tra i 18 e i 40, invece, seguono i social o siti web. Il 72% consuma il vino a cena, per l’aperitivo preferiscono gli spirits o i cocktail. Sono popolari il cidro e la birra. Il futuro? Vini a basso grado alcolico e vini biologici e naturali».
Cile: Cristina Alvarez Gonzalez – MUV Chile: «Gli ettari del Cile stanno diminuendo ma i consumi rimangono stabili. I giovani rappresentano l’11% di chi consuma vino e preferiscono vini più facili da bere a basso grado alcolico, più dolci e fruttati. Per le donne resta ancora un importante gender gap: l’87% dichiara di guadagnare meno di un uomo a pari lavoro».
Cina: Michelle Liu – Women in Wine & Spirits Award: «In Cina il vino rimane un settore molto piccolo rispetto alle altre bevande: rappresenta meno dell’1%,. I giovani sono più attratti da cocktail a base di frutta e altre bevande con molto sapore, sono molto social e questo ha avuto un impatto sui consumi del vino: se il vino vuole raggiungerli, deve arrivare sui social. Sono molto importanti gli acquisti online di vino che hanno superato quelli in negozio. Cresce il consumo di vino bianco e chi compra è soprattutto donna».
Croazia: Sanja Muzaferija – Women on Wine: «Noi siamo produttori di vino con oltre 134 varietà locali. Sono 188 le donne produttrici su un totale di 1364 vignaioli. Un comparto che vale 6 milioni di euro. I giovani bevono vini più leggeri: rosati, bollicine e orange wine».
Georgia: Tamara Gvaldze – Georgian Association of Women Winemakers: «I giovani georgiani preferiscono vino rosso (34%) e orange wine (20%). Abbiamo un boom di enoturismo: si prevedono oltre 7 milioni di visitatori nei prossimi anni. La Generazione Z ama i Pet Nats rifermentati in bottiglia. Sono sempre più informati e formati».
Germania: Trixi Bannert – Vinissima: «C’è una contrattura dei consumi a causa della crisi economica, ma anche di una nuova attenzione alla salute. Si cercano vini più economici. I Millennial sono i maggiori consumatori ma per loro bere vino vuol dire fare un’esperienza. I consumatori più giovani preferiscono i cocktail, il vino per loro è una bevanda troppo complicata per il nuovo lifestyle».
Nuova Zelanda: Nicky Grandorge – New Zealand Women in Wine: «Nel 90% si consumano vini locali, ma il consumo è sceso del 20% negli ultimi 20 anni. Cosa portano i giovani tra i 21 e i 24 anni a un party? Bevande alternative al vino, possibilmente low alcol».
Perù: Carmen Robatty Abrill de Moquillaza – Las Damas del Pisco: «Abbiamo un consumo molto alto pro capite di alcol: i peruviani preferiscono bevande dolci e forti. Si bevono vini cileni e argentini ma anche spagnoli. La birra è in cima alla top ten delle bevande consumate. Per i giovani il vino ha costi troppo alti, lo considerano d’élite. Però amano l’abbinamento di vino e cibo, bisogna lavorare in questa direzione parlando loro sui social».
Francia: Melanie Pfister, past president Femme de Vin: «Vini più leggeri, con alcol molto basso: si scelgono più i bianchi. Stesso discorso sul packaging: sempre meno bottiglie senza sughero, e l’utilizzo di bag-in-box. I giovani e le donne hanno bisogno di più informazione. E le donne portano più innovazione nella comunicazione, comprano e consumano più vino».